La Calabria ha una superficie prevalentemente collinare, che si estende per il 49,2% del suo territorio. Presenta ampie zone montuose che coprono il 41,8% del suo territorio. Le pianure coprono il 9% del suo territorio e sono tutte di modesta estensione. Le montagne occupano circa il 42%.
Il bosco costituisce una difesa importante contro le alluvioni, le frane, il dissesto idrogeologico. In Calabria le complesse forme del terreno, l’intricata montuosità, il complicato reticolo idrografico fatto di rivi e fiumare spesso in forte pendenza, rendono ancora più evidente la necessità di una efficace estensione del bosco. Naturalmente il bosco più efficace è quello non degradato dall’azione umana distruttiva. La cartina mostra come le colture abbiano eroso grandi spazi al bosco, soprattutto sul versante ionico.
In Calabria negli ultimi trent’anni le costruzioni residenziali sono aumentate in gran misura, da quando gli sterminati litorali calabri sono stati scoperti dal turismo balneare, questi edifici si sono ammassati lungo le nostre coste. Tutto ciò ha determinato inconvenienti e guasti ambientali ingenti, un grave fenomeno legato all’eccessiva fittezza delle costruzioni è l’inquinamento delle acque marine. La cartina mostra lo stato delle coste calabresi secondo i rilevamenti della” Goletta Verde”, l’inquinamento del mare costiero appare abbastanza diffuso in corrispondenza degli scarichi industriali mentre alcune fasce sono ancora pulite.
La natura montagnosa del territorio e lo scarso sviluppo demografico-industriale di molte zone della regione hanno permesso di preservare la maggior parte delle bellezze naturalistiche; infatti in Calabria sorgono tre importanti parchi nazionali:
Il Parco Nazionale dell’Aspromonte è un’area naturale protetta che sorge all’interno della provincia di Reggio Calabria. Prende il suo nome dal Massiccio dell’Aspromonte. L’attuale parco deriva dalla sezione aspromontana (che si estendeva per circa 3000 ettari) del Parco Nazionale della Calabria (il quale esistette dal 1968 al 2002). Fin dal 1979 si discusse riguardo alla possibile creazione, nel territorio aspromontano, di un Parco Nazionale distinto da quello della Calabria, cosa che avvenne nel 1989 con l’istituzione del Parco Nazionale dell’Aspromonte che è quindi il 6º parco nazionale ad essere stato istituito in Italia.
Il Parco nazionale della Sila è stato istituito nel 2002 quando lo stesso si dotò di una struttura gestionale ed amministrativa propria il 14 novembre 2002 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 63 del 17 marzo 2003), dopo un iter legislativo che ne segnò il percorso, ridisegnando più volte i confini territoriali a causa di forti contrasti tra i comuni ricadenti nel Parco stesso. Con la nascita del Parco nazionale dell’Aspromonte, che inglobò nel suo perimetro una delle tre aree protette del vecchio Parco nazionale della Calabria, nacque la necessità di una forma integrata di gestione di un’area protetta in Sila che coinvolgesse anche le due aree protette rimaste con sede vacante, aree che erano più che altro una sorta di “riserva naturale” anziché delle aree integranti di un parco nazionale, considerate insufficienti al cospetto dell’enorme patrimonio bio-genetico custodito dalla Sila che bisognava tutelare.
Parco Nazionale del Pollino
Il Parco nazionale del Pollino è istituito nel 1988, mentre la perimetrazione provvisoria è del 1990, così come le misure di salvaguardia. Tra gli anni 1993 e 1994 s’insediano gli organismi amministrativi e tecnici: presidenza, consiglio di amministrazione e direzione; la sede dell’ente di gestione è ubicata in Rotonda (PZ). Il Pollino è, dunque, l’area protetta più estesa d’Italia, comprendendo, a cavallo fra il confine geografico e amministrativo delle regioni Calabria e Basilicata, 3 province (Cosenza, Potenza, Matera), 56 comuni, di cui 32 in Calabria e 24 in Basilicata, 9 comunità montane e 4 riserve orientate: Rubbio, in Basilicata, e Raganello, Lao e Argentino in Calabria. Le sue vette, tra le più alte del sud d’Italia, sono coperte di neve per molti mesi dell’anno. Dalle cime, ad occhio nudo, si osservano, ad occidente, le coste tirreniche di Maratea, Praia a Mare, Belvedere Marittimo e, ad oriente, da Sibari a Metaponto, il litorale ionico. L’emblema del parco è il pino loricato (Pinus heldreichii), specie endemica italiana, presente in altre stazioni fitoclimatiche delle montagne balcaniche e greche.
Le Riserve naturali del Lago di Tarsia e della Foce del fiume Crati, situate in provincia di Cosenza, sono state istituite dalla Regione Calabria nel 1990 (Legge Regionale 05/05/1990 n. 52) su proposta dell’associazione ambientalista Amici della Terra Italia.
Bacino irriguo con le rive (lato Tarsia) e le colline poste sul versante orientale del Lago (lato Santa Sofie d’Epiro), con un magnifico esempio di macchia mediterranea. La particolare tipologia di ambiente umido presente nell’area del Lago di Tarsia, favorisce una fauna ittica di particolare interesse.
L’interesse ambientale maggiore è relativo al fiume ed alle residue paludi presenti. La vegetazione è rappresentata da quella tipica delle zone umide: prevalentemente tamerici canne palustri e specie ripicole come salici e pioppi. Le zone circostanti sono ricoperte da macchia mediterranea ancora incontaminata e pura. L’area della foce del Crati è estremamente interessante dal punto di vista naturalistico proprio perché si tratta di una zona di transizione dall’ambiente di acqua dolce a quello salmastro.
Capo Vaticano è un’estesa località balneare del comune di Ricadi (VV), ricca di strutture ricettive dotate dei servizi di animazione. Il promontorio che ne assume il nome raggiunge l’altezza massima di 124 metri ed è fatto di uno speciale granito, quello bianco-grigio, studiato in tutto il mondo per le sue particolarità geologiche. Conchiglie tipiche dei mari tropicali, denti di squalo, coralli, si accompagnano a ritrovamenti di parti scheletriche di mammiferi marini e continentali. Tutta la zona è comunque famosa per l’abbondanza di Clipeastri, antichi echinidi dalla caratteristica forma piramidale oggi estinti. Il promontorio di Capo Vaticano è situato sulla costa degli dei sul litorale tirrenico calabrese, di fronte allo Stromboli e alle Isole Eolie, separa il golfo di Sant’Eufemia e quello di Gioia Tauro, e comprende la zona costiera dalla baia del Tono fino alla baia di Santa Maria e alle ultime propaggini del Monte Poro. Sul promontorio è installato dal 1870 un faro dalla Torre cilindrica, su fabbricato a un piano con tetto a terrazza. La più suggestiva baia è quella di Grotticelle, formata da tre spiagge contigue. Secondo una nota rivista francese, Capo Vaticano è considerata la terza spiaggia più bella d’Italia e fra le 100 spiagge più belle al mondo.
I Bronzi di Riace sono una coppia di statue bronzee di dimensioni leggermente superiori al vero (altezza: 205 cm e 198 cm, di provenienza greca o magnogreca o siceliota, databili al V secolo a.C. e pervenute in eccezionale stato di conservazione.Le due statue – rinvenute nel 1972 nei pressi di Riace, in provincia di Reggio Calabria – sono considerate tra i capolavori scultorei più significativi del ciclo ellenico, e tra le poche testimonianze dirette dei grandi maestri scultori del mondo greco classico. Le ipotesi sulla provenienza e sugli autori delle statue sono diverse, ma non esistono ancora elementi che permettano di attribuire con certezza le opere ad uno specifico scultore.I Bronzi si trovavano al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria ma, a causa dei lavori di ristrutturazione dello stesso museo, sono temporaneamente ospitati presso Palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale della Calabria.
Locri Epizefiri fu l’ultima delle colonie greche fondate sul territorio calabrese. I coloni, giunti all’inizio del VII secolo a.C., si stabilirono inizialmente presso lo Zephyrion Acra (Capo Zefirio), oggi Capo Bruzzano, e solo più tardi si insediarono pochi chilometri a nord della città storica conservando però l’appellativo di Epizephyrioi, che significa appunto “attorno a Zephyrio”.
Il Parco archeologico di Sibari si trova a Cassano allo Ionio, nella frazione di Sibari, località Parco Del Cavallo, Casa Bianca, in provincia di Cosenza. Si tratta del sito di una delle più ricche e importanti città greche della Magna Grecia. I reperti degli scavi sono conservati nel Museo archeologico nazionale della Sibaritide.
Prima si chiamava “luntro” ed era una piccola barca a remi con un palo al centro dove si arrampicava un uomo di vedetta; appena veniva avvistato il pesce i rematori si dirigevano velocemente verso di lui e l’arpionatore scagliava l’asta con la forza del suo braccio. La tecnica di ora è la stessa ma le barche sono cresciute nelle loro appendici per migliorare l’avvistamento (antenne alte fino a 25 metri con in cima una piattaforma dove prendono posto anche tre persone tra cui il timoniere) e la portata del tiro (le passerelle si allungano per 30 metri oltre la prua) che viene comunque fatto a mano; naturalmente le barche hanno il motore. Questo tipo di pesca è molto selettiva perché colpisce solamente gli individui adulti ma purtroppo sta per scomparire per la spietata concorrenza delle spadare illegali (le lunghe reti che colpiscono indistintamente tutti i tipi di pesci e di mammiferi come le balene e i delfini). Le ultime passerelle navigano ancora tra lo stretto di Messina e le Isole Eolie con basi da Bagnara Calabra e Palmi in Calabria e Ganzirri in Sicilia grazie ad alcune famiglie che mantengono viva questa tradizione.
Il dissesto idrogeologico in Calabria è ormai sotto gli occhi di tutti. Eventi tragici dovuti all’incuria dei torrenti, all’eccessiva e incontrollata urbanizzazione, all’alterazione degli equilibri naturali e della conformazione ambientale dei territori. Una “anarchia” alla quale occorre dire basta.
L’attività agricola coinvolge la maggior parte degli abitanti della Calabria, anche se si limita ai soli spazi pianeggianti. Lungo le coste si sviluppano colture redditizie come le barbabietole da zucchero, tabacco, fiori, ortaggi, ulivi e arance. Tipica coltura di questa regione è il cedro e il bergamotto il quale viene esportato in tutto il mondo. Molto abbondante è anche la coltivazione di fichi e mandorli. Le zone collinari vengono coltivate a viti.
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