Sin dai tempi degli elimi e degli enotri la Calabria è stata una terra di vini e di sapori straordinaria, che si accentuò con la cultura vinicola della Magna Grecia, diventando più matura e arrivando a porre le basi per la produzione vinicola più tipica della regione ancora oggi in vigore.
Sibari, Crotone e Locri erano le città dove antichi vini leggendari come il Krimisa scorrevano a fiumi; ma ancora oggi vini come il Cirò o il vino melissa fanno la loro figura, adesso come migliaia di anni fa, sulle nostre tavole: infatti sebbene i vini greci di oggi abbiano mantenuto varietà antichissime e consumate con piacere in antichità come oggi, anche i vini italiani, specie quelli della Calabria, hanno mantenuto sapori remoti sino ai nostri tempi, regalando ancora lo stesso piacere al palato che davano i coloni greci o gli antichi romani.
Ma quali sono i vini doc (denominazione di origine controllata) più noti della Calabria?
Il melissa è un vino ufficialmente Doc dal 1979 ma le sue origini, come quelle del Cirò, sono antichissime e pongono le proprie radici nella cultura vinicola della Magna Grecia. Può essere di due tipologie, il melissa bianco e il melissa rosso; il primo viene realizzato mediante uve di Greco bianco, per una percentuale compresa fra l’80% e il 95%, mischiato con una percentuale compresa fra il 5% e il 20% di trebbiano toscano o Malvasia bianca (soli o insieme). Il secondo, il melissa rosso, è prodotto principalmente con uve del Galioppo (dal 75% al 95%) unite a uve di Greco nero, trebbiano toscano, malvasia bianca o Greco bianco (dal 5% al 25%, con sempre la possibilità di miscelare le uve di queste varietà fra loro). La zona dove viene prodotto il Melissa è quella del comune omonimo e dei comuni dell’alto Crotonese e alcune zone della provincia di Crotone. Il colore del melissa bianco è giallo paglierino, dal gusto delicato e secco, con una gradazione alcolica dell’11,5%. Il melissa rosso invece ha un colore rosso rubino e un sapore asciutto, con un volume alcolico pari all’incirca al 12,5%.
Il Cirò, come il melissa, ha origini molto antiche e risalenti all’antica colonizzazione greca della Calabria. Dal 1989 è un vino Doc, di tipo rosso, rosato o bianco. Mentre il vino Cirò rosso e rosato deve essere realizzato con uve della varietà Gaglioppo (95%) e con uve di greco bianco o trebbiano toscano (al 5%), il Cirò bianco viene realizzato con il greco bianco al 90% e con trebbiano toscano al 10%. La zona in cui viene prodotto il Cirò è quella del comune omonimo e della provincia di Crotone. Il Cirò rosso si caratterizza per il suo colore rosso rubino e per il suo sapore armonico e asciutto, presenta un volume alcolico pari all’incirca al 12,5%. Il Cirò rosato ha un sapore fresco e leggermente armonico, con un volume alcolico pari al 12,5% circa, come il Cirò rosso. Infine il Cirò bianco si distingue per il sapore più secco e fine e per un volume alcolico minore, pari all’incirca all’11%.
Il greco bianco è un vino doc (istituito con decreto il 18/06/1980 ) prodotto con le uve dal nome omonimo e piuttosto conosciuto fra i doc della Calabria, ha un colore dorato e variegato da riflessi di ambra; il sapore è quello di un vino armonico e soffice. Le sue origini risalgono probabilmente dai greci che portarono la varietà di uve e il vino nel VII secolo a.C. con sé in Calabria sbarcando nella zona di Capo Bruzzano. Si tratta di un vino perfetto per i dolci secchi e per i formaggi stagionati.
Il vino bivongi è forse il più noto della Calabria, pur essendo entrato all’interno dei Doc piuttosto tardi, nel 1996. Si tratta di un vino piuttosto leggero, con una gradazione compresa fra il 10% e il 12,5%. Viene prodotto principalmente nella zona del comune omonimo. Il colore è quello rosso intenso, il sapore è gradevole e secco; a tavola ottimo da consumare con le carni rosse.
Il Donnici è un vino doc rosso, entrato all’interno dei vini DOC dal 1975, ha un colore rosso rubino e un sapore asciutto e pieno. Viene prodotto tipicamente nelle zone circostanti di Aprigliano, Dipignano, Cosenza e Mangone.
Lo Scavigna è un vino bianco doc prodotto principalmente a Catanzaro, e costituito dalle uve del Trebbiano Toscano (sino al 50%), dello Chardonnay (sino al 30%), del Greco Bianco (sino al 20%) e della Malvasia Bianca di Candia (sino al 10%). Il colore è quello di un vino dorato e dai riflessi giallognoli, ilm sapore piacevolmente asciutto e armonico.
Anche lo Zibibbo ha il suo posto fra i doc della Calabria più conosciuti; dal nome arabo “zabīb” (scritto “زبيب”) che significa uvetta, viene prodotto dalle uve del vitigno omonimo, originario dell’Egitto e introdotto dagli arabi. Il colore è quello di un vino dai riflessi aurei, il sapore è quello di un passito dolce adatto per accompagnare dolci e formaggi; con una gradazione compresa fra 8% ai 12% circa, questo vino va servito fresco.
Il Savuto è un vino doc di tipo rosso e rosato, costituito da uve di Galioppo, Aglianico, Nerello cappuccio e Greco nero. Esiste anche il Savuto bianco, per cui vengono impiegate invece le uve di Mantonico, Greco bianco, Chardonnay e Malvasia Bianca. Noto già nei tempi antichi, citato da Plinio e Strabone, è ottimo per accompagnare la carne; viene prodotto principalmente a Catanzaro.
Condoleo: un vino rosato tipicamente realizzato nella zona di Cosenza.
Il Lamezia: un vino bianco, rosso e rosato tipico della zona di Catanzaro, ufficialmente doc dal 1978.
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